Scrivere buoni contenuti è un viatico per farsi visualizzare e diventare tra i soggetti che meritano qualche minuto della preziosa attenzione e del preziosissimo tempo delle persone.
Forse qualcuno pensa che i social abbiano introdotto un nuovo modo di comunicare, un linguaggio “easy”, stringato, tanto che le “x” al posto dei “per” e le emoticons avrebbero conquistato il mondo.
Invece…è tornata (o non è mai sparita) l’era dei blog.
Se parliamo di trend allora diciamolo: il blog è davvero “cool”
Wikipedia ci dice che
il 18 luglio 1997, è stato scelto come data di nascita simbolica del blog (contrazione di web-log ovvero diario in rete), riferendosi allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer, del software che ne permise la pubblicazione
Tuttavia si mormora che il primo blog apparve nel 1993 e fu creato da uno dei pilastri della Rete: Tim Bernes Lee.
Un link con un commento, come riportato dall’autrice dell’articolo che ti segnalo qui sopra.
Nel 2001 ci fu un vero e proprio boom del fenomeno grazie ai servizi gratuiti che ne permettevano l’apertura e sviluppo.
I blogger iniziavano a farsi strada ed anche io in quegli anni ne provavo l’utilizzo, sognando di poter scrivere per lavoro, come un bimbo simula con le bambole di essere un maestro o un dottore.
Da quegli albori il fenomeno non si è arrestato, a parte forse nel periodo di prima esplosione social, in cui si pensava che questi avrebbero soppiantato il mercato di tutti quei papiri.
E’ vero che Google ci si è messo di mezzo, valorizzando nei suoi algoritmi i contenuti, come l’amico Zuckerberg che ad un certo punto ha deciso di premiare il valore di tutta questa scrittura.
Ed addirittura Twitter ha allargato la soglia dei 140 caratteri, escludendo dalla conta gli oggetti multimediali.
Umanizzare il brand, far parlare gli attori, le persone, raccontare storie è di primaria importanza per rendere efficace la nostra comunicazione.
Il popolo del web ha scoperto che scrivere serve, sempre.
Fa sorridere il sottoscritto tutto ciò, perché ho sempre avuto questo vizietto.
Mi è sempre piaciuto raccontare ciò che provo o le mie idee nell’eloquenza delle parole scritte, ricercandone la forma più giusta e facendomi trascinare dall’impeto di scrittura.
Cosa che sto facendo ora.
Scrivere aiuta a scrivere.
“Non saprei cosa scrivere”, sentiamo dire intorno a noi o forse lo diciamo anche a noi stessi.
Eppure se (a seconda dei gusti) non impugniamo una matita, una biro o non digitiamo qualcosa e ci immergiamo in questa esperienza non sapremo mai cosa scrivere.
“The content is the king” citano alcune massime di web marketing.
Ma lo sforzo tante volte “non vale la candela” diciamolo onestamente.
Perché non basta scrivere, se non si scrive bene qualcosa serve a poco il nostro sforzo.
Ma un bambino appena alfabetizzato come fa ad imparare a scrivere?
Scrive! Legge!
Ecco perché dobbiamo farlo anche noi.
Ecco perché dobbiamo riscoprirci un po’ bambini, lasciandoci trascinare, con il massimo dello spirito critico e con il massimo della aspettativa nei nostri riguardi.
Non accontentiamoci.
Ma scriviamo.
L’autoreferenzialità non è mai bella, ma scrivendo forse può essere perdonata.
In un post di qualche tempo fa avevo già decantato la mia ossessione sulla scrittura e a lì rimando per comprendere le mie manie.
Oggi con questo articolo vorrei far venire voglia di scrivere a chi pensa di non aver nulla da dire o chi sta pensando a come promuovere e far crescere il suo marchio o la sua azienda nel web.
Scrivi, scrivi sempre.
Un blog, un post, la scaletta del tuo video, la traccia della tua nota audio …
Abbiamo “un’arma” potentissima in mano, che ci consegnano dopo qualche anno dopo essere venuti al mondo e che diamo per scontata.
La sottovalutiamo.
Sin dai tempi scolastici dove scriviamo temi e pensieri solo sotto tortura.
L’avvento del web almeno ci costringe tutti a scrivere qualcosa se vogliamo esprimerci.
Partiamo da qui.
Usiamo quel tempo che sembra futile per sperimentare qualcosa, per provare a vedere l’effetto che può fare un qualcosa di scritto bene e uno stesso concetto scritto male.
Scrivere per scrivere bene.
Buona scrittura, allora!