Il marketing digitale ci permette di arrivare a parlare a chi effettivamente è predisposto all’ascolto di ciò che abbiamo da dire.

Avere un prodotto, un servizio da proporre, e voler utilizzare il web per farlo conoscere, non significa “spammare” dappertutto tale prodotto o servizio.

Se andiamo alle radici del marketing, infatti, scopriremo che esso è (secondo Philip Kotler) un

processo sociale attraverso il quale gli individui e i gruppi ottengono ciò di cui hanno bisogno attraverso la creazione, l’offerta e lo scambio di prodotti e di servizi di valore”.

Quindi, come puoi tradurre tutto ciò nella pratica del quotidiano?

Se vuoi promuovere un prodotto o un servizio e vuoi farlo utilizzando il digitale, allora devi fare marketing ed iniziare a vendere…una sensazione!

Devi riuscire a far vivere al tuo interlocutore un qualcosa che non stava vivendo prima, che dia un valore aggiunto che solo tu puoi dargli.

Si potrebbe estremizzare riassumendo che in realtà dovresti vendere te stesso.

Questo assunto non è lontano dal vero.

Non sto vendendo quel prodotto o servizio ma sto vendendo la sensazione di come si sentirà l’utente finale una volta che avrà il mio prodotto o servizio.

Non dobbiamo pensare quindi alla nostra offerta come qualcosa di materiale, fisico, piuttosto ad un’opportunità che farà vivere sensazioni specifiche al cliente finale.

Non vorrei che tu pensassi che sia indispensabile filosofeggiare o vendere del fumo, annebbiando ciò che realmente abbiamo da offrire.

Se un cliente sceglie te e non qualcun altro (e non lo fa per il mero prezzo) allora avrà capito ciò che tu hai da offrirgli, avrà compreso la tua filosofia, i tuoi valori e li avrà apprezzati.

Quante volte scegliamo il venditore e non solo il prodotto?

Fai attenzione: ciò che offri deve essere di qualità e l’obiettivo non è imbonire il prossimo per vendergli qualunque cosa.

Ma siccome sempre il Professor Kotler ci dice che “il marketing è una battaglia di percezioni” è importante fornire quelle giuste ai nostri uditori, follower, contatti…

Chi incrocia ila nostra comunicazione deve essere una persona potenzialmente interessata (utente in target si dice) e questa è la conditio sine qua non.

Poi, però, questa famigerata persona ha bisogno di cogliere quello che sta dietro ad una fredda vetrina che espone il prodotto o servizio. 

Perché altrimenti sceglierà basandosi sulle sue conoscenze (spesso scarse) e sul prezzo.

Se invece oltre alla nostra offerta in vetrina, percepirà e comprenderà come migliorerà la sua vita dopo averci dato fiducia, di come si sentirà grazie a noi, allora è probabile che con il tempo possiamo diventare per lui/lei un riferimento in quel campo e che alla prima esigenza si rivolgerà a noi o ci suggerirà ad altri che si ritrovano nelle sue medesime condizioni.

Non è affatto semplice vendere le sensazioni, me ne rendo conto.

Ma è un qualcosa che difficilmente facciamo, perchè siamo sempre concentrati sulle caratteristiche tecnico-fisiche-ambientali del nostro prodotto/servizio e trascuriamo ciò che invece può convincere davvero qualcuno a darci ascolto.