Il concetto di semplificazione in comunicazione
Comunicare significa trasmettere un messaggio.
Per trasmetterlo abbiamo bisogno che il nostro interlocutore lo riceva e lo comprenda.
Se sottovalutiamo questo aspetto non comunicheremo.
Per far comprendere concetti che non fanno parte della sfera di competenza di chi ci ascolta abbiamo bisogno di semplificare.
Rendere semplice o più semplice; rendere più agile e funzionale; facilitare, agevolare, alleggerire
così scrive la Treccani a proposito del concetto di semplificazione.
Perchè non lo facciamo, allora?
Ho trovato tre possibili risposte.
Pensiamo di perdere autorevolezza
Siamo ancora convinti che essere professionisti significhi utilizzare un linguaggio autorevole.
Più utilizziamo un gergo di settore, più siamo convinti che le persone che ci ascoltano restino ammirate da tanta sapienza.
Accade l’esatto contrario.
Più utilizziamo una terminologia incomprensibile, più i nostri interlocutori non capiranno nulla e seppure qualcuno magari cada nel tranello, non avranno consapevolezza e la storia con lui/lei potrebbe avere sgradevoli conseguenze per entrambi nel medio-lungo periodo.
Crediamo che spiegare sia controproducente
Semplificare non significa “banalizzare”.
Non dobbiamo diventare degli “spiegoni”, ma non dobbiamo pensare che rendere comprensibili le questioni per i non addetti ai lavori significhi svelare i trucchi del mestiere.
Se mi occupo di impianti idraulici certamente non dovrò spiegare nel dettaglio il funzionamento di una pompa di calore come se parlassi ad un tecnico o ad un collega.
Però far comprendere a chi mi ha posto domande, a chi sta cercando informazioni, a chi è in cerca di soluzioni ai suoi problemi di idraulica, alcuni concetti basilari che difficilmente si recuperano grazie ai manuali, significa guadagnare stima, riconoscenza, autorevolezza, reputazione.
E di questo ne trai tu beneficio, non i tuoi competitor, non temere.
Ti sembra poco?
Pensiamo sia una perdita di tempo
Nelle nostre giornate viviamo in rincorsa del tempo, spesso perchè lo utilizziamo male senza una precisa ottimizzazione rispetto a urgenze e questioni importanti.
Se vuoi utilizzare un metodo puoi consultare questo articolo in cui ti ho presentato i quadranti di Eisenhower.
Una volta che abbiamo preso consapevolezza dell’importanza dei contenuti e trovato il tempo necessario per occuparcene (o per farci aiutare restando però partecipi del progetto), credere che spendere una mezza parola in più per un concetto che a noi sembra banale sia inutile e dannoso per la nostra agenda.
Se si può far comprendere qualcosa in 10 parole, è assolutamente inutile usarne 15, sono d’accordo.
È una regola basilare della scrittura efficace.
Tuttavia, abbiamo bisogno di far comprendere a chi non mastica tutto il giorno i nostri argomenti qualche aspetto che riteniamo importante, strategico o che risulta ricercato dalle persone che sono potenzialmente interessate a ciò che facciamo.
Non credere che, ad esempio, investire del tempo nello scrivere un articolo di blog in cui racconti un’esperienza che può risultare utile a chi la trova, sia tempo sprecato.
Facendolo, stai investendo sul futuro tuo e della tua attività professionale.
Non aver timore e spiega, senza banalizzare, ma più il tuo stile risulterà comprensibile, più ne gadagnerai.
Se non lo sai spiegare a un bambino di 6 anni, vuol dire che non lo sai. (A. Einstein)