Oggi vorrei parlare al tecnoscettico che si nasconde in te.
Parlare al tuo io quando pensa che per acquisire clienti non ha certo bisogno del digitale.

LAGGARD

Il magazine Timeline definisce come laggard come “gli ultimi ad abbracciare un trend, ostili al cambiamento. Sono tradizionali, spesso di classe sociale e reddito bassi, e comunicano soltanto con i parenti stretti e gli amici. Spesso sono di età avanzata.”

TECNOLOGIA SI TECNOLOGIA NO

Secondo una ricerca di PHP Italia “pensando al futuro gli italiani si dividono tra tecno-entusiasmo e tecnoscetticismo. Uno su due pensa che “saremo sempre connessi ovunque e gratis” e più di tre su dieci che “faremo tutto con il cellulare”, ma il 44% sostiene che “qualsiasi aspetto della nostra vita sarà sorvegliato e monitorato” e il 28% che “ci vedremo molto meno spesso di persona”. A destare le maggiori preoccupazioni, l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni: per il 33% degli italiani è “un rischio su cui riflettere”, contro un 30% più cauto che la considera “una sfida che va regolata”. Solo il 18% la indica come “una grande opportunità” e il 17% non si sbilancia (“un’incognita”).

STORIA DI UNO SCETTICISMO CRONICO

La Treccani definisce scetticismo come “l’atteggiamento di chi esclude la possibilità di una conoscenza assoluta delle cose e del raggiungimento della verità.
Focus racconta in fotonotizie la storia di otto storiche invenzioni accolte con il più classico dello scetticismo.
Basta dare un’occhiata per capire di cosa stiamo parlando.
Benoit Godin, docente dell’Institut National de la Recherche Scientifique di Montreal ha scoperto che per 2.500 anni il termine “innovazione” ha avuto un significato negativo. Secondo lo studio la parola innovatore era associata a «eretico, rivoluzionario, traditore». Solo negli anni Sessanta diventa sinonimo di creativo, coraggioso e geniale.

COME CONTRASTARE LO SCETTISMO?

Per contraddire questo approccio penso sia necessario mostrare alcuni dati.
Sono 39 milioni gli italiani connessi inoltre secondo i dati di uno studio di ComScore, a vincere l’oro dei visitatori unici è Google Sites (89%), seguito da Facebook (74%), Amazon è al settimo posto (53%).
Insomma oggi siamo davvero in tanti sempre connessi.
E frequentiamo i “bar” sociali in modo quasi ossessivo.

QUINDI?

Non basta questo per comprendere che possiamo online intercettare molte persone?
Che di certo non frequentano Facebook ad esempio per trovare le nostre inserzioni, ma che se lavoriamo in modo da catturare la loro attenzione, probabilmente si accorgeranno di noi prima o poi.
Non si tratta quindi di scendere da un piedistallo in cui poniamo pensando di non voler annacquare il nostro brand o la nostra posizione, ma cercare di promuoverci e farci conoscere.
Ignorare consapevolmente i mezzi più digital pensando che la propria avversione sia assolutamente fedele ai propri principi è un atteggiamento che non è così inusuale.
Quando parlo del mio lavoro percepisco che in tanti pensano che in fin dei conti io sia parte di una nicchia a loro estranea.
Eppure…seguire dove va la massa non è una moda, ma talvolta diventa un’esigenza ed una strategia.
In fin dei conti basta rimanere consapevoli del perché si stanno facendo determinate azioni e conoscere i mezzi con cui si attuano le strategie per non esserne travolti o diventare schiavi.

Se ti ho convinto e vuoi provare a capire il perchè il web potrebbe esserti utile, contattami.

“La cosa più bella della scienza è che è vera, a prescindere che tu ci creda o no” (Neil deGrasse Tyso)