Mi hanno chiesto spesso cosa faccio di lavoro.

Me lo sono chiesto anche io, in particolar modo in questi mesi.

Alla base del personal branding la risposta a questa domanda è assolutamente FONDAMENTALE.

Eppure, tra le cose più complesse che io ho trovato nel mio percorso è rispondere a questa domanda che sembra banale.

Sono un freelance a tutti gli effetti dal 2014, ma è da meno di un anno che ho maturato la convinzione di voler crescere e “attrarre il lavoro” (cit).

Ho iniziato ad acquisire nuove consapevolezze e ad intraprendere un percorso, che sintetizzo suggerendolo anche ad altri che si trovino in una situazione simile alla mia.

La prima fase: preparare il terreno

FORMAZIONE

Già, la formazione è la prima regola (anche se le regole sono da prendere con le molle) che penso sia la  “conditio sine qua non” per affrontare un qualsiasi percorso.
Sentirci arrivati è l’errore più grande che ciascuno di noi possa fare.
C’è sempre qualcosa da imparare ci siamo sentiti ripetere da genitori, nonni e insegnanti.
E’assolutamente vero.

In più nell’ambito del digitale, oltretutto, è impossibile stare fermi, farlo significherebbe abdicare al proprio ruolo.

La tecnologie evolve.

APPROCCIO

Secondo aspetto per me importante.

Qual è il nostro tipo di approccio?

Onestà, umiltà, affabilità sono caratteristiche che mi riprometto di non eludere mai.

Nella vita e nel lavoro.

Si sbaglia tutti i giorni, ma sono per me “valori” imprescindibili per cui mi metto in discussione.

Così davanti ad un possibile cliente o utente che si approccia a me sono queste le caratteristiche che empaticamente vorrei trasmettere.

Non sono un venditore, sono un lavoratore appassionato, che ha voglia di mettere a disposizione le proprie competenze per potere essere di supporto alle persone che potrebbero averne bisogno e sono un padre di famiglia che sente la responsabilità di dover (e voler) assicurare un futuro ai propri cari, ma anche un presente.

ACCREDITAMENTO/AFFERMAZIONE

Come posso risultare credibile?

Le persone si rivolgono al primo sconosciuto che gli compare dopo un click o uno scroll?

O piuttosto cercano professionisti che facciano al caso loro al momento giusto ma che magari hanno anche solo apprezzato in un qualche modo in precedenza o che magari gli è stato suggerito da qualcun altro?

Non pensiamo alla “raccomandazione” come peccato capitale.

Pensiamo alla buona “raccomandazione”, pensiamo alla “reputazione” di ognuno di noi come persona e come persona sul lavoro.
Ecco perché è bene curare gli aspetti online di noi stessi, oltre a quelli di quando siamo disconnessi.

Ecco perché prima di offrire i nostri servigi sarebbe meglio essere ben reputati e cercare di costruirci una immagine positiva e che man mano possa essere riconosciuta, riconoscibile e… creduta!

Seconda fase: capire come possiamo essere utili agli altri e chi sono questi altri

Arriva il momento in cui è necessario scegliere l’idea che ci sembra più giusta per i nostri possibili utenti.

CHI SONO I MIEI CLIENTI?

Target di riferimento, gusti, passioni, esigenze, bisogni, domande… più individuiamo un pubblico di riferimento e più saremo in grado di darci delle risposte e trovare terreno fertile.

PIANO DI COMUNICAZIONE

Se non comunichiamo fondamentalmente non esistiamo.

Come potremmo attrarre il lavoro a noi se stiamo alla finestra ad aspettare senza muoverci mai o senza dire che ci siamo?

Ecco perchè è fondamentale sedersi a tavolino e pianificare.

Perchè possiamo urlare fuori da quella finestra di cui sopra ma la nostra voce sarà sopraffatta dal traffico o dalle urla di qualcun altro o da un’assenza di pubblico ad ascoltarci.

Con le competenze acquisite nel piano di formazione e (si spera) con un processo di accreditamento almeno in corso è ora il momento per declinare e mettere in atto la nostra strategia, verificandola e modificandola se necessario periodicamente.

Nel mezzo del cammin di nostra vita…

In mezzo a tutto ciò poi quello che avviene è determinante.

Perché è tramite l’esperienza e la vita quotidiana che saremo in grado di raggiungere o meno i nostri obiettivi.

E’ come affronteremo la delusione e la frustrazione senza perderci d’animo ma mettendoci in discussione in modo positivo che farà la differenza tra il concretizzare qualcosa o no.

Pertanto per affrontare tutto questo ecco quali sono i miei suggerimenti.

ATTENZIONE AI FALSI MAESTRI

Ne troveremo tanti: guru o presunti tali che con i loro paroloni cercheranno di dirci che la strada per il successo è una ed una sola (la loro).
Facciamoci trovare pronti a discernere e saper distinguere i professionisti bravi da quelli fanfaroni o solamente egocentrici e alquanto presuntuosi.

FRUSTRAZIONI

Desiderio di mollare. Vedere che l’impegno che mettiamo non dà risultati. Senza intestardirci nell’errore cerchiamo però di verificarci, metterci in discussione ma di avere anche molta pazienza e costanza. il tutto e subito non esiste.

E la cosa difficile sarà quando dovremo spiegare questi concetti a chi invece pretenderà magari da noi i miracoli o l’impossibile.

Ed io a che punto sono?