Reputazione

stima, considerazione in cui si è tenuti dagli altri: avere una buona, una cattiva reputazione; godere di un’ottima, di una pessima reputazione

Ecco come il dizionario Garzanti definisce il termine reputazione.

Steven Nock invece la descrive come

una condivisa, o comune, percezione rispetto una persona, un brand, un prodotto costruita dall’insieme dei discorsi tenuti su di essi dalla totalità dei soggetti coinvolti nella sua generazione e vita

Quando ci approcciamo alle persone che ci circondano, mostriamo loro (in modo consapevole o meno) quello che siamo.

Ci presentiamo con il nostro modo di essere, il nostro abbigliamento, la nostra postura, la nostra inflessione dialettale, la nostra voce, il nostro linguaggio, il nostro odore.

Tutti questi aspetti determinano l’opinione che i nostri interlocutori si fanno di noi, in primis in modo superficiale e poi in maniera più approfondita quando subentrano elementi conoscitivi più approfonditi: le nostre opinioni, i nostri valori, le nostre attitudini e conoscenze, il nostro sapere.

Le persone che entreranno in relazione con noi, quindi, emetteranno un giudizio soggettivo apprezzando o meno gli aspetti che avranno avuto modo di valutare, ricordandosi di noi per alcuni di essi che li avranno colpiti in relazione alla soggettività e alla sensibilità individuale.

Questo è quello che abitualmente accade.

Ci sono casistiche differenti per cui, in modo anche più superficiale, le persone emettono su di noi un verdetto (definitivo o no), senza avere tutti gli elementi necessari per capire chi siamo e se corrispondiamo all’idea che si sono fatti.

Prova a pensare a quando qualcuno parla di noi in un determinato modo o ci etichetta solo per aver letto un nostro contenuto postato su un social network.

Ti sto dicendo qualcosa di strano?

La tua reputazione è nelle mani di altri. Ecco cos’è una reputazione. È fuori dal tuo controllo. La sola cosa che puoi controllare è il tuo carattere.
(Wayne Dyer)

Costruirci una buona reputazione non è così difficile se ne meritiamo una, ho letto in un articolo scritto da Vladimiro Barocco.

In fine dei conti se siamo persone oneste, vere, non abbiamo nulla da nascondere quindi abbiamo poco da temere.

Dobbiamo semplicemente fare attenzione a non cadere nelle facili tentazioni che spesso il mondo dei social ci mette di fronte (esempio cedere alle provocazioni, alla vanità).

Probabilmente non piaceremo a tutti: questo è normale, oltre che accettabile.

Avremo sempre qualche detrattore: qualche invidioso spargerà veleno su di noi, ma basterà che le persone ci conoscano, parlino con noi o leggano i nostri contenuti perché le idee possano cambiare se effettivamente meritiamo la famosa buona reputazione.

Non avere detrattori risulta difficile quando ci esponiamo.

Ma per comunicare dobbiamo farlo.

E’ un rischio che dobbiamo correre.

Quindi, stiamo alle regole del gioco.

Il valore di una buona reputazione

Etichettare le persone è un vizio che ci accomuna.

Spesso semplifichiamo, sintetizziamo secondo i nostri schemi valoriali e mentali, pertanto diamo alle persone una etichetta specifica che ci faciliti la relazione o che ci difenda da eventuali fatiche.

Ti faccio un esempio.

Ai tempi della scuola avevi (o eri tu?) il/la monello/a della classe?

Quel personaggio che tutti (insegnanti, compagni e genitori) storicamente definivano così e che guarda caso alla fine risultava incarnare perfettamente il ruolo.

Hai mai pensato come si potesse sentire quel/la bambino/a ragazzino/a?

E’ mai capitato che, quasi in automatico, la colpa dei fatti negativi che accadevano, ricadessero su di lui senza neanche una minima indagine o un dubbio?

Essere reputati come i “Gianburrasca” faceva sì che le persone si atteggiassero nei suoi confronti con una sorta di giudizio aprioristico.

Ho usato un esempio per rafforzare il concetto e farti comprendere l’importanza che riveste la reputazione nella nostra vita.

Non dobbiamo esserne condizionati, non dobbiamo minare la nostra autostima per questo, ma essere consapevoli che una “ingenuità pubblica” può rovinarci.

Se moltitudini di persone sono pronte ad accanirsi contro perfetti estranei solamente perché esprimono pareri/valori diversi dai propri, è bene porre attenzione a come ci muoviamo pubblicamente.

Dovremmo curarci dell’opinione che di noi hanno le persone a cui teniamo, certo.

Ho scritto anche prima che non si può (e si deve) piacere a tutti.

Ma pensiamo alla nostra vita professionale e proviamo a pensare che un commento fuori luogo possa minare la nostra credibilità… ne vale la pena?

Curiamo al meglio la nostra reputazione.

Di come mantenere una buona reputazione online te ne ho parlato in questo articolo.

Ci sono due modi per stabilire la nostra reputazione: essere apprezzati dagli uomini onesti ed essere insultati dai mascalzoni. E’ meglio, comunque, garantirsi il primo, perché sarà invariabilmente accompagnato dal secondo.
(Charles Caleb Colton)

Puoi anche approfittare del mio video corso gratuito: ti racconto il mio metodo di lavoro che si basa sulla reputazione digitale

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