Per fare content marketing è bene avere un approccio corretto.

Un cosiddetto “mindset”.

Il Content Marketing non è per tutti, non tutti infatti hanno quel sano coraggio di superare barriere (mentali) e credenze (per lo più popolari) per poter pensare di fare marketing dei contenuti.

Bisogna innanzitutto essere predisposti al cambiamento, quindi mettersi in discussione.

Niente di più difficile.

Non ti nascondo che ci vogliano buona volontà, tanto impegno, una dose massiccia di pazienza e molta costanza, oltre ad un’alta competenza nel tuo campo.

Il Content Marketing non può e non deve, infatti, nascondere “magagne” sulla tua formazione e sulla tua professionalità specifica.

Dovrai anche preparati ad “esporti” in prima persona, non dovrai tirarti indietro.

Basta che tu sia te stesso/a, non ti preoccupare, ma ci sarà bisogno che nel tuo campo tu prenda posizione e ti giochi la faccia, in un qualche modo.

Chi ha bisogno di comunicare (come noi comuni mortali) necessita di attirare utenti, clienti, persone realmente interessate.

Per farlo diventa indispensabile fornire indicazioni che esprimano autorevolezza e conoscenza, al fine di far avvicinare qualcuno a noi.

Sul web abbiamo tutti bisogno di dare, di essere generosi nel diffondere contenuti di valore e che possano essere utili.

Solo in questo modo riceveremo man mano in cambio qualcosa.

Ecco, allora, quello a cui starai probabilmente pensando.

Abbiamo sempre fatto così

Hai mai pronunciato questa frase?

L’abbiamo detta tutti quando ci sono arrivate proposte di cambiamento ed abbiamo avuto paura, timore di non farcela ad accettarlo perché la sensazione ci metteva in crisi.
Metteva in crisi le nostre certezze, le nostre modalità, le nostre comodità, gli equilibri che faticosamente avevamo conquistato…

Bene anche in questo caso, quando ci viene detto che il modo in cui abbiamo operato nella comunicazione, marketing magari per vent’anni è sempre stato quello, la tentazione è fortissima: se è andato bene fino ad adesso perché cambiare?

Eppure, dobbiamo contrastare in tutti i modi questo approccio. In noi e in chi collabora con noi.
Dobbiamo spalancare le porte ad un cambiamento per abbracciare un metodo nuovo, una sfida nuova per costruire un futuro sicuramente migliore. Si tratta di questo, in fondo.

Il blog non fa per noi, non abbiamo molto da dire

Seconda obiezione.
Ho esemplificato citando il blog, ma avrei potuto dire qualsiasi altro strumento.

Pensare di non cambiare è anche (a priori) decidere cosa è meglio per noi.

Senza sapere esattamente di che cosa si sta parlando, ma nonostante ciò optiamo per una scelta finale “tranchant”.

Inoltre non avere la percezione di avere dei contenuti, al di là di quello che siamo o che vendiamo, è una classica risposta che si dà senza davvero conoscere di quali contenuti le persone (i clienti) abbiano poi in fondo bisogno.

Non vi sono settori sprovvisti di contenuti da comunicare.

Non ho tempo per fare dei contenuti

Tra le scuse più plausibili che ci diamo c’è “la mancanza di tempo”, per cui siamo impossibilitati a comportarci diversamente.

Quasi come se chi invece faccia contenuti in realtà sia nullafacente o al contrario non dorma la notte.

Abbiamo paura del tempo forse perché non sappiamo bene come gestirlo (in primis) e in secondo luogo non diamo l’importanza dovuta alla comunicazione, vedendola come un accessorio, non come una opportunità gigantesca che ci faccia sopravvivere e poi, magari, anche vivere bene.

Ho già aperto il mio sito web e non ottengo risultati

La domanda giusta da porci è: come stiamo comunicando? Cosa stiamo comunicando?

Perché non basta dire che siamo “i migliori” o che abbiamo una “comprovata esperienza” per riempire i nostri negozi, le nostre caselle email o far bombardare di chiamate i nostri uffici.

Se da una parte abbiamo timore di doverci esporre, di favorire i competitors, dall’altra si pubblicano solo auto-incensazioni o notizie per l’utente medio davvero molto poco rilevanti, presentandosi come il TOP e ineccepibilmente “leader di settore”.

Magari poi utilizziamo un linguaggio formale, non coinvolgente e non adatto ai nostri interlocutori chiudendo il cerchio e poi pensando che sia colpa dello strumento e non dei contenuti.

Il mio settore è diverso

Lascio la risposta a Marta Basso, imprenditrice digitale.

E tu sei pronto/a a fare content marketing adesso?

Se vuoi approfondire tutti questi aspetti, ascolta il mio podcast: ogni settimana parlo di un tema relativo al mondo della comunicazione digitale!

Puoi anche approfittare del mio video corso gratuito: ti racconto il mio metodo di lavoro che si basa sulla reputazione digitale