La comunicazione pubblicitaria: un nuovo Carosello

Vi ricordate come era la comunicazione pubblicitaria degli anni Settanta?

Si raccontavano delle storie, si cercava di intrattenere le persone.
Era un vero spettacolo.

Certo, sappiamo bene che l’offerta televisiva era limitata, esisteva il monopolio e i tempi non sono paragonabili eppure il concetto di comunicazione pubblicitaria forse non è mai così cambiato.

Si è evoluto (o involuto a seconda dei gusti o prospettive).

Le emittenti private hanno sancito il boom degli Anni Ottanta, quando gli investimenti pubblicitari lievitavano e il metodo della comunicazione pubblicitaria ha iniziato ad assumere connotati “invasivi”.

Lo spot interrompe qualcosa che stiamo guardando e si rivolge a target misti a seconda degli orari o dei programmi che vanno ad interrompere.

Di quegli anni ci ricordiamo di “reclame” che ci sono rimasti impressi per la frequenza ed in parte  anche perchè in qualche modo ci hanno regalato emozioni (positive o negative che fossero).

Le opportunità del XXI secolo e l’avvento di Internet hanno in parte spostato la pubblicità su altri canali, tuttavia con un concetto sempre simile.di interruzione o proposizione forzata durante la navigazione, la visione di un video o la lettura di un contenuto.

La comunicazione efficace oggi deve avere un altro approccio.

“Il marketing del passato si realizzava in una reclame, uno spot che passava in radio, tv e carta stampata. Il digitale offre la possibilità di sapere cosa il cliente desidera e cosa il nostro marchio può offrire” (Philip Kotler)

 

“Per fare breccia nei confronti della maggioranza occorre puntare a raggiungere non il vasto mercato, bensì una nicchia.” (Seth Godin)

Il concetto di individuare e colpire il nostro target (nicchia) è un punto di partenza nodale per comprendere il perchè ad esempio gli spot pubblicitari del secolo scorso oggi funzionino molto meno.

Se pensiamo di aggredire il mercato pubblicitario tradizionale probabilmente otterremo poco perché è saturo e non propenso ad accogliere qualcosa di nuovo ed è impossibile piacere/interessare tutti.

Per colpire chi sarà interessato al nuovo dobbiamo parlare a quel tipo di consumatore, ci spiega Seth Godin nel best-seller “La mucca viola“.

La comunicazione pubblicitaria che vuole essere efficace si muove utilizzando strategie di inbound marketing, cercando di far sì che sia il prodotto/servizio a farsi trovare e non che sia quest’ultimo ad essere proposto in modo ossessivo ad una platea per di più disinteressata.

Ecco perché i social network possono aiutarci: tramite la tecnologia potremmo segmentare il pubblico, trovare il nostro target di “innovatori” rendendoci interessanti ai loro occhi in modi diversi.

Rendendoci utili, autorevoli, unici.
A quel punto vedremo i primi risultati.