Non vendo ciò che non so fare.
Non ne sono proprio capace.
Preferisco essere onesto, piuttosto che spacciarmi per ciò che non sono.

Tanti mi chiedono: ho bisogno di un sito web.

Bene, rispondo.

Sono d’accordo, ma non vendo il fatto di saper mettere le mani su WordPress per fare quello che un webdesigner saprebbe fare il triplo meglio di me.

Ho chi posso consigliare per realizzare un ottimo prodotto. Io mi occupo dei contenuti.

Per fare un sito non serve solo la parte tecnica e/o legata alla grafica.

Io mi posiziono come consulente rispetto ai contenuti che ci devono essere.

A parte ciò, il suggerimento che lascio è che inutile iniziare un progetto di sito senza avere un piano di comunicazione alle spalle.

Rischia di produrre azioni spot e purtroppo inefficaci.

Sarebbe più facile prendere il lavoro e via…

Ma…

… credo che l’etica nel lavoro paghi.

Meglio essere onesti con un cliente che cercare di fare i furbi.

Sta nel mio lavoro essere di aiuto al cliente, dando una consulenza che sia efficace.

Altrimenti se mi accaparro tutto ma alla fine non produco risultati, l’insoddisfazione di un cliente si può trasformare in cattivi feedback per la reputazione, che è molto peggio che rinunciare ad una fetta di torta per onestà.

Da un fornitore onesto torni volentieri?
Lo consiglieresti ad altri?
Penso proprio di sì.

Prova a pensare a quando un negoziante ha tentato di fare il furbo, magari accalappiandosi la tua momentanea fiducia (e il tuo denaro).

Come ci sei rimasto quando hai capito l’inganno (anche se piccolo)?

Facciamo una fatica tremenda ad accreditarci, a promuoverci, a far parlare di noi per le nostre virtù che una furberia può davvero rovinarci la reputazione.

Trovo controproducente presentarsi come (citando il mio omonimo Gabbani) “tuttologi del web” o “internettologi”.

Come dunque poter riconoscere un tuttologo?

Te ne parlo in questa puntata del podcast: