Qual è il vantaggio che gli altri possono ricevere grazie al nostro lavoro?
Siamo (davvero) utili a qualcuno?

E’ questa una domanda fondamentale a cui dovremmo saper dare una risposta.

Forse non ci abbiamo mai pensato, forse crediamo ancora che presentandoci come “professionista (azienda) da venti anni sul mercato che vanta un’esperienza consolidata nel settore” si possa convincere qualcuno a contattarci.

Invece così proprio non è.

Le auto-celebrazioni sono facili da fare ed è difficile crederci.

Inoltre siamo pieni di concorrenti (competitors) che fanno le nostre stesse cose.

Noi come ci posizioniamo?

Dovremmo:

differenziarci
dare o fare un qualcosa che altri non danno o fanno

Verticalizzarci su un settore è complicato ma è forse l’unica soluzione per aggredire quella nicchia e capire CHI sono i nostri interlocutori/tenti/clienti, le cosiddette (in gergo markettaro) buyer personas.

Oltre a questo poi dovremmo capire quali sono i vantaggi che portiamo ai clienti con il nostro lavoro.

Sembrano ovvietà.
Quando faccio consulenza sono domande che faccio e alle quali sento spesso rispondere in un modo abbastanza standard o non esaustivo.
Quasi sorprendono. E sono solito far ragionare, cercando insieme una risposta adeguata e che sia differenziante rispetto alla massa.

Quando le pongo a me stesso … vado in seria difficoltà e come il cliente di cui sopra rispondo in modo banale e improduttivo. Eccolo il calzolaio con le scarpe rotte.

Prima di partire con un piano di marketing e comunicazione dobbiamo cercare di guardarci con un occhio esterno ed un altro introspettivo analizzandoci davvero senza timore di scoprire i nostri punti deboli vincendo sui meccanismi difensivi del nostro inconscio.

Non dobbiamo aver paura di far emergere i nervi scoperti, non dobbiamo avere timore di noi stessi. Non mentiamo. Non nascondiamoci.

La “nudità” ci porterà a capire cosa siamo e dove possiamo andare.