Il futuro è privato
Il futuro di Facebook è privato.
Lo sospettavamo da un po’ di tempo: da quando è stato acquisito Whatsapp e da quando i gruppi hanno una certa rilevanza algoritmica.
Si è tenuto pochi giorni fa l’evento di Facebook dedicato agli sviluppatori, l’F8.
Cosa emerge dall’ F8?
Tutti noi utenti siamo sempre più sensibili al tema della privacy, sollecitati da ciò che ci circonda, impauriti (o forse no) dal GDPR e alcuni di noi (forse) sono sempre meno interessati a mostrare la vita privata al mondo intero.
C’è bisogno di maggiore riservatezza, di aprirci sì ma a piccole community…
ecco che Facebook si trasforma probabilmente da bar a “living room” (cit. Zuckerberg).
E’ in arrivo un design rinnovato, dichiarato come il più significativo del quinquennio.
Sempre essenziale come ha sempre voluto Mark (cfr. “Facebook: la storia” di D. Kirkpatrick, ed. Hoepli), ossia pulita, veloce e che oggi metta al centro gruppi e amici.
Sono decine di milioni i gruppi attivi oggi e oltre 400 milioni gli utenti che li abitano, rendendo più visibile il modo a cui accedere una sezione dedicata agli aggiornamenti.
La piattaforma cercherà di spingere gli utenti verso i gruppi anche sulla Tv del social blu (Facebook Watch) e il mercatino (Marketplace), oltre che sugli eventi.
A breve sarà inoltre possibile tramite Messenger (al centro di implementazioni e modifiche) contattare gli amici anche su WhatsApp e Instagram, senza uscire dall’app.
Su Instagram l novità del secolo sarebbe “nascondere” i like per spingere gli utenti a concentrarsi sui contenuti più che sulla vanità, anche con riferimento in qualche modo al numero di follower.
Inoltre la funzionalità di acquisto diretto tramite la piattaforma è in arrivo, oltre che le raccolte fondi per il no profit.
Di WhatsApp ancora si dice poco se non che sarà possibile condividere con gli utenti un catalogo prodotti nella chat.
Come deve cambiare la nostra comunicazione?
Eccoci al punto clou: ogni volta che cambia qualcosa è indispensabile che chi usa questi strumenti per comunicare debba rivedere e rimodellare le proprie strategie.
Pensare di aver trovato la strategia da qui a l’infinito è pura utopia se utilizziamo strumenti e tecnologie che sono sviluppate da altri.
Cerchiamo di intravedere gli sviluppi: stories, messaggi, gruppi… come il nostro ente/associazione/azienda/brand può beneficiare di queste nuove logiche per avvicinare, accompagnare all’acquisto/conversione o altro e mantenere i rapporti con i propri utenti/soci/clienti?
Ciascuno di noi troverà le sue risposte, che devono andare al di là del nostro gradimento.
Non si tratta di un qualcosa che piace a noi o alle nostre routine, ma di cambiamenti da attuale nelle nostre strategie applicative.
Ci dobbiamo preoccupare?
Zuckerberg si è detto molto attento alla privacy di noi utenti.
Gli crediamo? Gli diamo il beneficio del dubbio?
Guarda, a mio parere, è di tutto suo interesse non farci scappare, quindi per forza di cose sarà costretto a farci stare bene e farci sentire in un qualche modo al sicuro.
Non per scopi umanitari chiaramente.
Ma sarebbe assurdo che ci facesse scappare a gambe levate.
Rimane il fatto che è importante non firmare assegni in bianco e rimanere vigili e consapevoli, capaci di capire i cambiamenti e cercando di adattarci senza per questo perdere la nostra identità.
Ogni settimana ti offro riflessioni e suggerimenti che penso possano esserti utili per la tua strategia di comunicazione.